Descrizione Generale del Succiacapre (Caprimulgus europaeus)
Il Succiacapre (Caprimulgus europaeus) è un uccello notturno e criptico, noto per il suo canto monotono e ipnotico che caratterizza le calde serate estive. Appartenente alla famiglia dei Caprimulgidi, è perfettamente adattato alla vita in ambienti aperti e semi-aperti, grazie al suo piumaggio mimetico che lo rende quasi invisibile durante il giorno. Misura circa 24-28 cm di lunghezza, con un’apertura alare di 52-60 cm e un peso di 50-100 grammi. Nelle Marche, è una specie migratrice estiva, presente nei mesi caldi in aree boscate e cespugliose.
Identificazione del Succiacapre: Caratteristiche Fisiche Distintive (Maschio/Femmina)
Il succiacapre è caratterizzato da un piumaggio marrone-grigiastro con intricate macchie e striature che lo mimetizzano perfettamente sul terreno o tra le foglie. Ha occhi grandi e scuri, adattati alla visione notturna, e un becco corto circondato da setole rigide che aiutano a catturare insetti. Le ali sono lunghe e appuntite, con macchie bianche visibili durante il volo. La coda, anch’essa lunga e striata, presenta barre bianche evidenti nei maschi. Il dimorfismo sessuale è presente ma sottile. I maschi hanno macchie bianche più evidenti sulle ali e sulla coda rispetto alle femmine, che mostrano una colorazione più uniforme e discreta.
Il succiacapre potrebbe essere confuso con il succiacapre capogrosso (Caprimulgus ruficollis), presente in altre regioni europee ma non in Italia. Rispetto ad altri uccelli notturni, come civette o gufi, il succiacapre si distingue per il corpo snello, il volo rapido e silenzioso, e l’assenza di zampe robuste o artigli evidenti.
Gestione e Primo Soccorso di un Succiacapre
Se trovate un succiacapre in difficoltà, avvicinatevi con calma per non spaventarlo. Copritelo con un panno morbido per calmarlo e posizionatelo in una scatola forata con un fondo imbottito per proteggerlo da ulteriori traumi. Non somministrate cibo, ma potete idratarlo con alcune gocce di acqua zuccherata usando una siringa senza ago. Contattate il CRAS Marche per ricevere istruzioni specifiche.
Alimentazione Naturale e Modalità di Nutrizione in Caso di Soccorso del Succiacapre
Il succiacapre è un insettivoro specializzato, che si nutre principalmente di falene, coleotteri e altri insetti volanti catturati durante il volo. In caso di soccorso, è fondamentale non cercare di alimentarlo con cibi inadatti. Il CRAS Marche somministrerà una dieta specifica a base di insetti vivi o surgelati, come camole e grilli.
Habitat Naturale e Comportamento Tipico del Succiacapre
Il succiacapre predilige habitat aperti o semi-aperti, come brughiere, radure boschive, campi coltivati e dune sabbiose. È un abile cacciatore notturno e trascorre il giorno mimetizzato sul terreno o sui rami bassi. Nidifica direttamente a terra, senza costruire un nido vero e proprio, e depone 2-3 uova perfettamente mimetizzate con l’ambiente.
Problemi di Salute Comuni del Succiacapre e Riconoscimento dei Segnali di Malessere
Il succiacapre è vulnerabile a traumi dovuti a collisioni con veicoli, predazione da parte di gatti e disturbi antropici nei siti di nidificazione. Segni di malessere includono piumaggio arruffato, incapacità di volare, letargia o ferite visibili. In caso di ritrovamento, contattare il CRAS per garantire cure adeguate.
Legislazione Locale e Nazionale per la Protezione del Succiacapre
Il succiacapre è una specie protetta in Italia, ai sensi della Legge 11 febbraio 1992, n. 157, che ne vieta la caccia e la cattura. È tutelato dalla Direttiva Uccelli (2009/147/CE) e dalla Convenzione di Berna, che ne garantiscono la protezione degli habitat e il monitoraggio delle popolazioni.
Come Contattare il CRAS Marche in caso del Succiacapre Ferito: Misure Preliminari e Cosa Aspettarsi
In caso di ritrovamento di un succiacapre ferito o in difficoltà, contattate immediatamente il CRAS Marche. Non cercate di curarlo autonomamente e non somministrate cibo senza indicazioni specifiche. Posizionatelo in un luogo sicuro e tranquillo e attendete l’intervento degli operatori.



